Prenota un appuntamento onlineDoctolib Mastopessi | Dr. Umberto Napoli
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Mastopessi

Intervento di mastopessi

Le mammelle, così come ogni altro organo, vanno incontro ad un fisiologico processo di invecchiamento.
Insieme a tale processo, vi sono diversi fattori come l’allattamento, le variazioni di peso e la forza di gravità che possono determinare un abbassamento delle mammelle rispetto alla loro posizione originale.
In queste situazioni la mastoplastica additiva può non essere sufficiente a risolvere il problema.
Si rende quindi necessario un nuovo intervento, diverso, più articolato rispetto alla mastoplastica additiva, e conosciuto con il termine di mastopessi.
La mastopessi è un intervento che consente di rimodellare il tessuto mammario ripristinando la conizzazione della mammella; può essere di per sé sufficiente quando abbiamo un volume mammario adeguato oppure può essere associato il posizionamento di una protesi al seno.
Inoltre, consente di simmetrizzare le due mammelle qualora persistano delle differenze volumetriche.

Preparazione all’intervento

Come per la mastoplastica additiva, anche per la mastopessi ci sono alcune importanti raccomandazioni. L’intervento non deve essere eseguito su pazienti gravide, né tantomeno su pazienti che stiano ancora allattando.
Inoltre, l’intervento dovrebbe essere evitato in concomitanza con il ciclo mestruale.
Di solito, sconsiglio questo intervento anche a tutte quelle donne che abbiano in previsione una nuova gravidanza perché questo potrebbe influenzare il risultato finale.  Spiego loro che è bene attendere dopo l’ultima gravidanza per procedere alla correzione, in quanto, diversamente, il risultato sarebbe transitorio e non stabile.
Per poter accedere all’intervento è necessario che la paziente abbia svolto tutti gli esami preoperatori e che questi abbiano dato regolare esito. Tra gli esami necessari, oltre all’elettrocardiogramma, agli esami ematici e alla radiografia del torace, è sempre necessario associare un’ecografia e, se la paziente ha superato i quarant’anni, anche la mammografia. Questo aspetto fondamentale per evitare di misconoscere la presenza di forme tumorali.  Nel corso delle visite preliminari, la paziente dovrà segnalare eventuali terapie, in particolare l’assunzione di farmaci cortisonici, di medicinali a base di acido acetilsalicilico, l’assunzione di farmaci contraccettivi, anticoagulanti, antipertensivi, o ipoglicemizzanti. Di solito si consiglia la sospensione della pillola anticoncezionale almeno un mese prima dell’intervento. Si consiglia inoltre l’astensione dal fumo di sigarette nelle quattro settimane che precedono l’intervento chirurgico.
Il giorno prima dell’intervento e necessario fare un lavaggio completo e accurato del corpo, rimuovere lo smalto dalle dita delle mani e dei piedi e rimuovere anche eventuali piercing. E’ inoltre necessario il digiuno da solidi e liquidi di almeno otto ore prima dell’intervento.

Anestesia

Eseguo sempre l’intervento in anestesia generale tuttavia, nelle linee guida, è menzionata anche la possibilità di effettuare l’intervento sia in anestesia locale sia in anestesia locale e sedazione.

Profilassi antibiotica e antitrombotica

La profilassi antibiotica viene eseguita sempre.
Di solito consiste nell’iniezione endovenosa di antibiotico prima che l’anestesia abbia inizio.
La terapia antibiotica prosegue con la somministrazione per via orale a domicilio. La profilassi anti-trombotica di solito non è necessaria, salvo casi selezionati.

Alternative terapeutiche

È bene sapere che non esistono alternative rispetto all’intervento chirurgico tali da garantire un risultato estetico altrettanto soddisfacente.

Modalità di intervento

Tre sono i passaggi cardine di questo intervento: la rimozione della pelle in eccesso, il rimodellamento della ghiandola mammaria per ripristinare la forma originale e il riposizionamento del complesso areola capezzolo nella sua posizione corretta.
Le pazienti richiedono sempre un intervento correttivo di mastopessi con un numero limitato di cicatrici.
E’ importante spiegare alla paziente che il numero delle cicatrici non dipende dalle velleità del medico ma è strettamente correlato alla tecnica chirurgica indicata per quel grado di correzione necessario per poter ripristinare un aspetto armonico della mammella. A questo proposito può essere utile una parentesi per meglio spiegare la ptosi mammaria.

Il termine ptosi indica il grado di rilassamento delle mammelle.

Possiamo avere una ptosi lieve, una ptosi di grado intermedio o una ptosi di grado marcato.

  • Nella ptosi lieve il capezzolo è leggermente più basso rispetto alla sua posizione originale e anche la mammella non ha modificato di molto la sua forma. In questo caso è possibile ottenere un’adeguata correzione attraverso l’asportazione di una porzione di cute limitata alla regione periareolare e le cicatrici saranno molto contenute.
  • Nella ptosi di grado medio il capezzolo è ulteriormente abbassato rispetto alla sua posizione originale e anche la mammella è maggiormente deformata. In questi casi si rende necessaria una correzione che prevede una cicatrice periareolare e una cicatrice verticale.
  • Nei casi di ptosi grave la correzione è tecnicamente più impegnativa e alla cicatrice periareolare e alla cicatrice verticale si associa anche una cicatrice orizzontale; l’insieme di questi elementi è conosciuto come cicatrice a T rovesciata.

Compito del Chirurgo plastico e ricercare il miglior compromesso possibile tra l’estensione della cicatrice
e il miglior risultato estetico.

È bene informare correttamente le pazienti circa l’estensione delle cicatrici e la loro posizione. Le pazienti devono sapere che le cicatrici saranno permanenti e per quanto possano migliorare saranno comunque sempre visibili. Le linee guida lasciano libertà ai chirurghi relativamente all’utilizzo dei drenaggi nel post operatorio. Nella mia pratica quotidiana tendo ad utilizzarli sempre perché rappresentano per me una scelta di buon senso.

Mastopessi

La mastopessi consente di rimodellare il seno semplicemente utilizzando delle tecniche di chirurgia plastica che consentono di ripristinare la tonicità del seno senza modificare i volumi .
Nella mastopessi il rimodellamento mammario può essere effettuato con o senza protesi .
La mastopessi senza protesi viene riservata a tutte quelle pazienti che presentano un seno di dimensioni adeguate e che non hanno tra le loro aspirazioni l’aumento del volume mammario. Si tratta di donne che richiedono il semplice rimodellamento della ghiandola.
Anche se apparentemente questa tipologia di intervento può risultare più semplice rispetto alla mastopessi con protesi, in realtà Presuppone un’importante studio della morfologia mammaria e richiede tecniche di correzione più complesse.
Proprio per questo motivo Spesso non vi è una differenza di prezzo tra la mastopessi e la mastopessi con protesi nonostante quest’ultima preveda Introduzione di protesi mammarie.

Durata dell’intervento

L’ intervento di mastopessi con protesi dura circa 3 ore.

Decorso post operatorio

Nell’immediato post operatorio viene posizionato un reggiseno compressivo; questo reggiseno è stato provato e deve calzare adeguatamente garantendo l’immobilizzazione delle protesi appena impiantate. Soprattutto nei primi due giorni la paziente lamenta un dolore moderato soprattutto se l’impianto è in sede sotto-muscolare, mentre la percezione del dolore e più sfumata se l’impianto è in sede sotto-ghiandolare. Qualora siano stati posizionati dei drenaggi in aspirazione questi vengono rimossi dopo 12-48 ore.
Viene sempre data una copertura antibiotica che solitamente viene mantenuta per cinque giorni dopo l’intervento chirurgico. Per i primi 3-4 giorni viene consigliato riposo assoluto e viene richiesta la completa astensione dal fumo di sigaretta per almeno due settimane. I punti vengono mantenuti per circa 10 giorni dopodiché, alla loro rimozione, sarà possibile anche procedere con la doccia. Il ritorno ad un’attività normale è consigliato dopo circa due settimane. Anche l’attività sessuale potrà essere ripresa dopo questo periodo, con cautela.
L’attività sportiva deve essere evitata per almeno un mese. Per la stessa durata del tempo bisogna evitare di dormire in posizione prona cioè “a pancia in giù”.

Complicanze

Come tutti gli interventi chirurgici, anche la mastopessi può presentare delle complicanze. Vi possono essere delle complicazioni aspecifiche ossia comuni a qualsiasi intervento chirurgico e specifiche ossia proprie della mastopessi con o senza impianto protesico.

Complicanze aspecifiche
  • Sanguinamento: un modesto sanguinamento si può verificare nelle prime quarantott’ore e generalmente non determina alcun problema. La sua risoluzione è spontanea.
  • Emorragia: quando il sanguinamento è molto abbondante si parla di emorragia, in questi casi spesso è necessario reintervenire.
  • Ematoma: a seguito di un sanguinamento prolungato il sangue può raccogliersi  e costituire un ematoma; anche questa complicanza, come le altre, tende a comparire nelle prime 24-48 ore dopo l’intervento chirurgico. Il seno progressivamente aumenta di volume e il dolore tende ad aumentare. Spesso il problema è monolaterale e questo deve essere immediatamente segnalato al medico chirurgo che procede all’aspirazione e/o al drenaggio del sangue. Qualora tutte queste procedure non fossero sufficienti, si rende necessario un intervento chirurgico per la revisione della tasca e il nuovo inserimento della protesi.
  • Sieroma: è un’eventualità piuttosto rara che consiste in una raccolta di un liquidò chiaro chiamato siero che si dispone intorno alla protesi. Di solito il suo riassorbimento è spontaneo, tuttavia, quando abbiamo delle raccolte importanti si può procedere a drenaggio o, nei casi più gravi,  a evacuazione chirurgica.
  • Infezioni: le infezioni rappresentano un’eventualità piuttosto rara. Di solito la somministrazione di antibiotici prima dell’intervento è la copertura antibiotica successiva ad esso consente di evitare questo rischio tuttavia in qualche caso possono comparire delle infezioni difficilmente controllabili degli antibiotici e queste possono rendere necessaria la rimozione delle protesi stesse, se presenti.
  • Necrosi cutanea o necrosi del complesso areola capezzolo: sono molto rare, tuttavia quando si verificano possono essere trattate con delle semplici medicazioni, in modo conservativo. Estremamente raro è l’intervento chirurgico per la revisione.
  • Deiscenza della ferita: eventualità estremamente rara che può risultare pericolosa solo qualora si abbia l’esposizione della protesi (quando presente).
Complicanze specifiche

Nell’ambito delle complicanze specifiche possiamo riconoscere tutte quelle complicanze che sono strettamente correlate all’intervento che viene eseguito.
Le complicanze che più comunemente riscontriamo, sono legate agli esiti cicatriziali ad una ridotta correzione rispetto a quella attesa.

Risultati

L’intervento di mastopessi consente di rimodellare il volume mammario, ripristinando l’aspetto conico della mammella e permette, con l’ausilio di una protesi, di armonizzare il seno in relazione al torace della paziente. I migliori risultati si ottengono generalmente nelle donne che presentano mammelle di piccole o medie dimensioni con un discreto grado di ptosi. Sebbene l’effetto dell’intervento si possa apprezzare immediatamente, è consigliabile attendere dai due ai sei mesi per poter valutare correttamente il risultato finale. Nel valutare il risultato occorre sempre considerare che si tratta di un intervento tecnicamente laborioso e non sempre è possibile ottenere la perfetta simmetria della forma delle mammelle. Bisogna quindi considerare la possibilità di piccoli interventi correttivi. È bene inoltre considerare che le cicatrici miglioreranno con il passare del tempo e di conseguenza si consiglia di non avere fretta nella valutazione delle stesse. Fenomeni di cicatrizzazione ipertrofica o ipotrofica sono piuttosto rari e comunque, anche se non prevedibili, possono essere facilmente corretti.
La mastopessi è un intervento che generalmente garantisce un’elevata soddisfazione alle pazienti potendo sempre migliorare la situazione di partenza.